Venerdì 23 giugno, la prima giornata di Experimentdays si è conclusa con un aperitivo in lavanderia. La lavanderia condominiale, servizio pratico per gli abitanti che permette un risparmio economico ed energetico notevole, può anche diventare un luogo per la socializzazione. In Danimarca, l’80% dei condominii ha una lavanderia condivisa, che con gli anni si è rinnovata grazie a sistemi avanzati di prenotazione e pagamento digitali. Per Electrolux rappresenta il 60% del mercato con un valore di 10.000.000 di euro. Così racconta Jan Smedegaard (Electrolux professional Danimarca). Un numero altissimo che nasce dall’inserimento delle prime lavatrici sul mercato a livello condominiale e non individuale già in principio, all’inizio del ventesimo secolo. I vantaggi della lavanderia condominiale sono molti, in particolare: un lavaggio veloce (un’ora ed è tutto pronto), programmi dedicati a tutti i tipi di lavaggio, risparmio di acqua e energia e non meno importante la possibilità di liberare, grazie ai programmi di asciugatura, lo spazio dello stendino in casa, prevenendo così anche l’eccessiva umidità.
In italia, racconta Andrea Corazza (Electrolux professional Italia), il mercato delle lavanderie condominiali non fiorisce ancora. Si fa fatica ad avviare in modo sistemico questo servizio, sia nei condominii esistenti, sia nei condominii di nuova costruzione. Difficile entrare in un mercato saturo, in cui ogni casa possiede già una lavatrice e non è semplice superare alcune barriere culturali. L’azienda continua però a investire, credendo nella visione collaborativa con uno sguardo a lungo termine.
È lento, in generale, lo sviluppo della sharing economy in Italia, conferma Marta Mainieri (collaboriamo). Dal 2013, anno in cui ha pubblicato il suo libro, si nota un interesse crescente da parte della stampa. Interesse che conferma anche Stefano Arduini (VITA) rispetto ai termini Sharing, condivisione o collaborazione, che attirano molto l’attenzione dei lettori. Escludendo gli esempi di car sharing, bike sharing e l’ospitalità, che riescono ad arrivare a numeri di utenti molto alti, negli altri campi quello che i dati (raccolti da collaboriamo e L’università Cattolica) raccontano è una sharing economy come presenza costante ma non crescente. Ci si aspettava un incremento maggiore sia in termini di accettazione culturale, sia in termini di politiche e regolamenti per la sharing economy.
Milano però, aggiunge Mainieri, non rappresenta l’Italia. Qui, sperimentazione e innovazione vedono un terreno fertile e in continuo sviluppo. Non a caso, Milano è stata scelta come una delle città “faro” nel progetto Sharingcities.eu assieme a Lisbona e Londra, come raccontano Roberto Nocerino (Poliedra) e Piero Pelizzaro (Comune di Milano). Qui, a Milano, è stato lanciato un bando per la riqualificazione ambientale di alcuni condominii milanesi e attraverso un processo di co-design sono stati coinvolti gli abitanti per capire insieme a loro come migliorare il proprio contesto abitativo.
Nella riqualificazione ambientale saranno sperimentati proprio alcuni servizi condivisi come il bike sharing e il car sharing condominiali. Sperimentazioni che partono solo quando gli abitanti cominciano a parlarsi e a mettersi d’accordo. Anche qui, non senza difficoltà; racconta Pelizzaro come per alcuni abitanti la priorità rimane quella di avere un parcheggio per le due macchine mentre altri aspirano proprio ad eliminare la seconda macchina a favore di un uso condiviso. La co-progettazione, come spesso accade, risulta non semplice ma importante per decisioni condivise che possano generare soluzioni a lungo termine. Tra i servizi scelti dagli abitanti si nota un orientamento verso l’utilità e la praticità, aggiunge Nocerino, proprio come la lavanderia, che nasce per offrire una soluzione efficiente per gli abitanti e non come un luogo conviviale. Eppure, tornando al racconto di Jan Smedegaard, vediamo come nelle lavanderie spuntino macchine per il caffè, tavolini e sedie. Addirittura, un imprenditore islandese ha aperto 3 lava-caffè in cui stare in compagnia di un amico o un libro mentre si fa il bucato. Nei prossimi anni, dalle nuove generazioni, sarà sempre più apprezzata la possibilità di condividere anziché possedere e nella qualità dei servizi si troverà anche una qualità delle relazioni. Sarà probabilmente a questo punto che fare un aperitivo in lavanderia diventerà una normalità.
Riassunto della tavola rotonda del 23 giugno 2017
SHARING CITIES - SERVIZI PER L’ABITARE
Welfare per i cittadini attraverso i servizi collaborativi condominiali è il tema di questa tavola rotonda. Si esplorano le potenzialità dei servizi alla casa, le sfide culturali, le sperimentazioni in corso e le strategie per il futuro. A partire da una conoscenza vasta a livello nazionale della sharing economy, saranno esplorate le tendenze sul panorama italiano verso la condivisione e la collaborazione per poi riflettere sul potenziale implementazione nell’ambito della casa e dell'abitare. Si esplorerà il servizio della lavanderia condominiale con uno sguardo e confronto rivolto al panorama italiano ed estero. Si presenterà il progetto Sharing Cities attraverso il quale si sta sperimentando l’installazione di servizi collaborativi all’interno dei condomini.
La lavanderia condominiale in Danimarca, quale valore aggiunto per gli abitanti?
Jan Smedegaard, Electrolux Professional
Partecipano alla tavola rotonda:
Marta Mainieri, Collaboriamo
Andrea Corazza, Electrolux
Roberto Nocerino, Poliedra, Progetto Sharing cities
Piero Pelizzaro, Project Manager per il Comune di Milano, Sharingcities.eu
MODERA: Stefano arduini, VITA
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