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Il secondo giorno a Rieti e quasi interamente dedicato alle visite. La mattina partiamo per vedere la ragione della nostra residenza e presenza qui, l’ex Snia Viscosa. Una camminata percettiva di 20 minuti ci porta all’ingresso della fabbrica. Da fuori si fa molta fatica immaginare quello che si trova dentro. Uno spazio immenso, una città nella città.

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Siamo fortunati di essere accompagnati da Luciano Di Felice, Ingegnere chimico e ex direttore dello stabilimento. Con passione ci racconta del luogo, del lavoro, del materiale Viscosa. C’è orgoglio nelle sue parole e dà la sensazione di una persona molto integrata a questo luogo specifico, come facesse ancora parte.

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Con noi ci sono anche Edoardo Currà, e Fabrizio Di Marco che ci aiutano capire alcuni elementi importanti legati all’architettura. La camminata ci porta dentro un luogo che, nonostante sia da poco abbandonato (10 anni) sembra “mangiato dalla natura”. L’acqua presente lì e la vegetazione sono le forze più grandi. Il rumore (silenzio?!) è quello degli uccellini.

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Qualcuno percepisce pace, qualcuno vuoto, qualcuno magia. Non è, in ogni caso una sensazione solita di quanto si visitano i siti industriali abbandonati. Alcuni dei palazzi sono molto belli e nelle stanze con le grosse vetrate si trovano mobili, quaderni e oggetti che raccontano storie. Arriviamo quasi tutti dalla progettazione e le visioni arrivano subito: un museo, un albergo, un ristorante, un birrificio… mostra di arte con il materiale recuperato e così via. Uscendo, lo diciamo tra tutti, la prima sensazione è quella di portare qui dentro anche la città: aprire un buco nel muro, fare scoprire il mondo dietro a quelle mura. Fare sognare anche altra gente.

La seconda visita importante è quella all’istituto Strampelli. Io personalmente non ne sapevo nulla, ma in poco tempo capisco, assieme a molti altri, che stiamo scoprendo un personaggio importante a livello internazionale. Luca Buttazzoni e Roberto Lorenzetti ci raccontano di Strampelli: è stato agronomo, genetista e senatore italiano, precursore della Rivoluzione verde. Ha studiato, proprio qui a Rieti, con le proprie mani, grani che potessero essere resistenti ed efficaci. Vedere le stanze piene di grano, spighe, barattoli e strumenti di laboratorio è stato emozionante.

Questa giornata è stata la camminata mano per la mano con Rieti. È stato un incontro intimo in cui noi, come gruppo, ci siamo lasciati prendere dalle emozioni e dalle scoperte. È stata una cena a lume di candele. Come ogni primo appuntamento non ha dato risposte a tutte le domande e ha lasciato ancora segreti e scoperte future. Ci ha dato l’impressione di essere, non solo bella ma ricca. Ricca di storia, d’innovazione, di risorse. Ci chiediamo: come valorizzare queste risorse? Come aumentare la loro visibilità? Come rigenerare spazi e luoghi che non vogliamo vedere essere perduti nel nulla. A questo, serviranno i prossimi giorni in cui lavoriamo insieme, ci confrontiamo con altre persone e piano piano ricamiamo idee pensieri e creiamo una visione, uno scenario.

Questo posto è stato pubblicato anche su: http://www.nextrieti.it/it/la-residenza/item/358-giorno-2-il-racconto-di-liat-rogel-quella-sensazione-di-pace-dalla-visita-alla-ex-snia.html

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