23/03/2016No Comments

Arrivano i Cohousing Drinks

Da aprile arrivano i Cohousing Drinks, le occasioni per scoprire tutti i segreti del cohousing e incontrare i tuoi futuri vicini di casa, il tutto davanti a un buon drink all'interno degli spazi Lago.

 

 

In ogni Cohousing Drink affronteremo un tema specifico del progettare, costruire, vivere cohousing con la testimonianza di coabitanti che ce l'hanno fatta o esperti del tema. Seguirà sempre un momento di presentazione di progetti in corso e di networking. Quindi se sei parte di un gruppo di amici che cerca altre famiglie per realizzare un cohousing o un singolo in cerca di gruppi o progetti cui aderire, i Cohousing Drinks sono l'occasione giusta per incontrare persone con bisogni simili ai tuoi e costruire comunità di futuri cohousers.

Si parte il 7 aprile presso Open (viale Monte Nero 6, Milano) insieme ai cohousers di Base Gaia. Ci avevano già parlato della loro esperienza con questo post e durante Experimentdays Milano, il 7 aprile ci racconteranno gioie e fatiche del progettare e costruire il cohousing dei propri sogni! Chi meglio di loro può rispondere ai dubbi e le domande di aspiranti cohousers?

Nei successivi Cohousing Drinks parleremo di agevolazioni e finanziamenti per cohousing, di forme giuridiche per la costruzione condivisa e conosceremo i coabitanti de La Corte dei Girasoli di Vimercate presso l'Appartamento Lago, clicca qui per scaricare il programma dei primi 4 appuntamenti.

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I Cohousing Drinks sono organizzati da CohousingLab, rete di professionisti esperti in accompagnamento e sviluppo di abitare collaborativo e sociale, in collaborazione con Lago.

Il costo di partecipazione per ogni incontro è di 5 euro, comprensivo di aperitivo. Partecipazione gratuita per i soci HousingLab.

I posti per i Cohousing Drinks sono limitati, pertanto iscrivetevi agli incontri che vi interessano compilando il questo form

Per maggiori informazioni contattteci a info@housinglab.it

 

02/11/2015No Comments

Cohousing SANGIORGIO

Oggi vi raccontiamo un'altra bella storia di cohouser che ce l'hanno fatta, vi portiamo a Ferrara a scoprire il Cohousing San Giorgio, un progetto di vicinato collaborativo con particolare attenzione all'efficienza dell'edificio.

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Il progetto del Cohousing San Giorgio è nato dall’iniziativa dell’associazione Cohousing Solidaria, che ha radunato negli anni un gran numero di famiglie interessate ai temi dell’abitare condiviso. All’interno dell’associazione, nel 2013 è nato un gruppo di famiglie interessato a partire con il primo progetto cittadino; è stata scelta l’area, sono stati scelti i progettisti (Rizoma Architetture) e poi, attraverso un percorso di progettazione partecipata svolto con il metodo della charrette, le famiglie riunite nella Cooperativa Cohosuing Solidaria hanno definito il “progetto su misura” e successivamente indetto una gara per scegliere l’impresa di costruzioni. Il cantiere è partito nell’agosto 2014 e l’impresa, la Costruzioni Ferruccio Maestrami di Loiano-BO, ha consegnato l’edificio ad inzio giugno 2015.

Il Cohousing SANGIORGIO è stato realizzato all’interno di un lotto di circa 3500 mq a circa 2 km dal centro storico di Ferrara, affacciato sul fiume Po di Primaro, in una zona paesaggisticamente protetta a pochi passi dalla rinascimentale chiesadi S.Giorgio, patrono della città.

Planimetria

L’edificio ospita persone di diverse fasce di età, persone da sole, famiglie con bambini ed adolescenti. L'obiettivo del progetto era promuovere nuove forme di vicinato solidale nell'ambito della sostenibilità ambientale e della solidarietà tra generazioni. Il progetto è stato pensato in modo da rispondere in pieno alle esigenze individuali e collettive ed oltre alle unità immobiliari verranno realizzati numerosi spazi di condivisione.

La realizzazione dell'edificio è avvenuta in linea con i principi progettuali delle strutture in legno, con l’intenzione di raggiungere la qualificazione nZEB - nearly zero energy building. Gli aspetti compositivi principali definiscono un volume di tre piani con un fronte aperto verso il lato sud-ovest con la presenza di sporti e logge che consentono un ombreggiamento naturale delle bucature durante i mesi estivi; mentre la necessità di installare le strutture per i pannelli fotovoltaici verso sud, ha condizionato il disegno di una “Falda Solare” di superficie maggiore rispetto a quella orientata a nord.

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Il fabbricato è composto da 7 unità abitative e dei relativi spazi comuni (cucina e sala da pranzo, zona lettura e biblioteca comune, lavanderia, dispensa alimentare e angolo hobby), sviluppati su tre piani fuori terra. L’edificio si dispone parallelamente rispetto alla linea del confine di proprietà verso il fiume ed è stato realizzato con materiali naturali e riciclabili, con tecnologia costruttiva a pannelli portanti di legno tecnologia X-LAM, di spessore variabile dai 10 ai 14 cm, coibentati verso l’esterno da cappotto termico in fibra di legno spessore 20 cm. Anche i solai interpiano e quello di copertura sono stati realizzati in pannelli portanti di legno di spessore 20 cm; la copertura presenta una coibentazione di 24 cm in pannelli di fibra di legno a densità variabile e manto di copertura in lamiera.

Il volume compatto del fabbricato consente di avere un buon rapporto S/V, mentre le soluzioni progettuali ed impiantistiche adottate consentono di calcolare un indice di prestazione globale Eptot (riscaldamento+acqua calda sanitaria) = 2,2 KWh/mq anno, collocando la costruzione in classe CLASSE A+ (ora divenuta A4).

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È un edificio off-grid: non ha la connessione alla rete del gas, il sistema di smaltimento delle acque reflue viene effettuato in sito senza collegamento alla rete fognaria pubblica ed è stata installata una vasca di raccolta dell'acqua piovana di 12.700 litri, che consente l'irrigazione del giardino e dell'orto condiviso. Il sistema di riscaldamento-raffrescamento e ventilazione meccanica controllata con deumidficazione, è affidato ad un combinato di pompa di calore e macchine a ciclo entalpico, ognuna per ogni unità abitativa, il cui funzionamento è collegato all’impianto fotovoltaico da 15 kw posto in copertura. Nel bilancio dei consumi e dell’energia prodotta, a ciclo completo questi aspetti si tradurranno in una spesa per ogni famiglia prossima allo zero.

Curiosi di scoprirne di più? Seguite il loro diario di cantiere qui e venite a conoscere Rizoma Architetture a #xdaysmi15

18/10/2015No Comments

#ZUP e l’abitare: le ricette per progettare insieme

Abbiamo conosciuto ZUP e le sue ricette a #xdaysmi14, da allora un anno ricco di progettazione partecipata su cohousing, spazi comuni, orti condivisi, ma anche di collaborazioni, tra cui quella con un altro espositore, Abito. ZUP ci racconta tutto questo e altro, nell’attesa di presentarvi le sue nuove ricette a #xdaysmi15.

2-23Da circa due anni ZUP The recipe for change applica le proprie tecniche di progettazione partecipata al mondo e al tema dell’abitare, dall’housing sociale, al cohousing fino ai condomini tradizionali che cercano di migliorare la situazione abitativa. Grazie alla nostra partecipazione a Experiment Days 2014, abbiamo ulteriormente aperto il ventaglio delle nostre realizzazioni: dal #co-progettare spazi comuni come cucine o giardini e orti condivisi, alla scrittura condivisa di un regolamento di buon vicinato, al ripensamento sulla destinazione d’uso degli spazi comuni anche in condomini tradizionali, fino al supporto per affrontare e programmare ristrutturazioni per rendere la casa più sostenibile (dai consumi agli stili di vita dei suoi abitanti).

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Sono tanti i condomini che in questo momento hanno bisogno di un input positivo: dopo il boom degli anni 60 e 70, nel quale le case sono cresciute con la fisionomia di ‘fabbricati anonimi” o “dormitori”, si comprende adesso quanto questo tipo di casa e d’abitare non risponda più alle esigenze sociali, di condivisione, di solidarietà, economiche e energetiche attuali.

Soprattutto nelle grandi città, dove il concetto di famiglia tradizionale è fortemente in evoluzione, le reti di vicinato provano a sostituire o a sostenere il singolo nucleo familiare: per condividere la macchina, per fare la spesa, per tenere sotto controllo la casa durante le ferie, ecc

Il canovaccio di ZUP racconta le diverse esperienze di progettazione partecipata, i diversi cambiamenti descritti e condivisi nei laboratori, grazie a delle ricette di un nuovo abitare.

In Via Cenni, presso Cennidicambiamento, una delle realtà di cohousing più interessanti del panorama nazionale (Milano), abbiamo lavorato con un gruppo di persone che avevano bisogno di un supporto nel lavoro di coprogettazione di un orto. Senza una visione difficilmente c’è un progetto: per questo il gruppo ha capito che tipo di orto voleva e perchè, con quale impegno e per raggiungere quali risultati (in termini di benessere, di piacevole coabitazione o anche solo di raccolto) solo dopo aver affrontato un laboratorio con ZUP. Ripetiamo questo esperienza in ottobre, in un nuovo condominio della cooperativa Ferruccio Degradi a Figino.

Cenni 012Cenni 004Invece, con Abito a Rovereto, un’altro dei partecipanti di Experiment Days 2014, abbiamo scritto il ricettario del Buon Vicinato con come primo obiettivo la scrittura del regolamento del condominio e la selezione dei nuovi inquilini. Abito è una start-up trentina fondata nel 2014 per sviluppare servizi per il community building seguendo i temi dell’economia sociale, sviluppo urbano sostenibile e azioni di welfare territoriale. In sostanza lavora per la condivisione delle soluzioni e delle spese all’interno di condomini, che con la ‘scusa’ del risparmio diventano presto dei nuclei e dei modelli di abitare smart, solidale, collaborativo.

Uno dei progetti che Abito segue in questo momento è in un condominio dell’APSP, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, Vannetti di Rovereto. Un contesto complesso, per caratteristiche di età degli inquilini, di lunga permanenza nei diversi appartamenti, di cambiamenti imminenti per via dei lavori previsti, nel quale il nostro intervento è stato l’occasione per un incontro collettivo dopo quasi 12 anni fa.

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In un primo incontro nel quale erano presenti quasi tutti gli abitanti abbiamo fatto un percorso preciso: cosa mi lega a casa mia? Perché tengo agli spazi comuni? Cosa vorrei fare negli spazi comuni? In questo modo abbiamo affrontato un percorso costruttivo sulle regole, partendo dai motivi che rendono caldo e accogliente il proprio spazio personale, fino alle possibilità di vivere meglio tutti gli spazi di un condominio e non solo quelli personali.
In poco più di due ore siamo riusciti a far descrivere alle persone degli esempi concreti e delle soluzioni potenziali per diversi disagi o esigenze. Ecco il risultato.

In altre occasioni abbiamo lavorato con pubblici privilegiati: architetti e altri professionisti del settore housing, desiderosi di imparare e di provarsi con nuove e diverse tecniche di coprogettazione. Con questi gruppi abbiamo condotto il laboratorio Come in una Cucina per dimostrare dalla pratica come ZUP diventa strumento per condividere esigenze dei (futuri) inquilini e per elaborare visioni strategiche nuove, necessarie per scegliere le soluzioni ‘tecniche’ più adatte. Come ambito di elaborazione sia la cucina (Fa La Cosa Giusta e ZUPlab presso impactHUB Milano) sia di nuovo l’orto condiviso.E le prossime ricette? Su spazi progettati da bambini, ancora su orti condivisi, su cucine? Presso condomini di impianto tradizionale o cohousing di nuova generazione?

Ve lo racconteremo durante Experiment Days 2015 con un nostro stand e con diverse attività nel programma culturale. Se intanto volete saperne di più visitate il nostro sito zuplab.com o scrivete a info@zuplab.com

#zup #therecipeforchange #zupinprogress #progettazionepartecipata #xdaysmi15

06/10/2015No Comments

Base Gaia chiama Terra

Vi ricordate di Base Gaia, il primo cohousing dal basso di Milano? Ve ne avevamo parlato qui.

Curiosi di sapere come sta andando, a che punto sono? L'abbiamo chiesto direttamente a loro! Gustatevi questo racconto e venite a trovarli a Experimentdays Milano!

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Un anno fa eravamo ancora un piccolo gruppo di 4 famiglie alla ricerca di nuovi interessati a condividere i nostri stessi sogni e qualche passo già realizzato: c’era un terreno candidato all’acquisto e la scelta dei professionisti che ci avrebbero seguito.

In questo anno siamo cresciuti fino ad arrivare ai 10 nuclei familiari che stanno dando vita al sogno e abiteranno Base Gaia.

Ci siamo guardati e conosciuti tutti insieme, abbiamo condiviso le nostre aspettative, i nostri dubbi, e i nostri perché di una scelta come questa, abbiamo limato qualche spigolo e siamo diventati un bel gruppo tondo tondo, pronti a rimboccarci le maniche per fare sul serio.

Abbiamo così fondato una società cooperativa per darci una forma giuridica e abbiamo acquistato il terreno opzionato in precedenza.

Abbiamo lavorato duro con tutti i professionisti che ci stanno seguendo con immensa pazienza; architetti e costruttori, commercialista e banche, avvocato e notaio, per seguire ogni fase di avanzamento del progetto, cercando di fare scelte che ci assomigliassero e nelle quali ognuno di noi si riconoscesse.

Parallelamente abbiamo mantenuto aperto un dialogo con il Comune di Milano, per costruire insieme nuove forme dell'abitare, ancora poco conosciute in questa grande città.

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Settimanalmente abbiamo lavorato sul senso degli spazi privati e su quello degli spazi comuni, ragionando sulle necessità che possono soddisfare e sulle progettualità' che potranno ospitare.

Abbiamo elaborato la forma esterna di questa nostra casa, definito tagli e forme delle singole unità abitative, degli spazi comuni, e individuato l'impresa che si occuperà di costruire la casa (Biohouse). Abbiamo steso, revisionato, depositato e firmato statuti, convenzioni e atti.

Progetti e documenti sono stati consegnati alla commissione deputata e dopo tanto lavoro, oggi siamo in attesa dei permessi per costruire.

Ma il lavoro è ancora e sempre molto! Anche se siamo fermi per qualche mese in attesa delle approvazioni necessarie, ne approfittiamo per concentrarci su di noi.

Ci siamo suddivisi in sottogruppi di lavoro, per approfondire tematiche specifiche e poter poi confrontarci in plenaria con le idee più chiare su temi quali le relazioni e le dinamiche interne tra Basisti (così ci chiamiamo amichevolmente) e per la futura vita in cui condivideremo ben più di uno spazio comune, o le relazioni da coltivare con il territorio e la città, sul web e per le iniziative cui siamo invitati a partecipare.

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Siamo certi che molto presto Base Gaia sarà un luogo reale. L’articolo 38 dell’atto costitutivo della Cooperativa, d’altronde, dice: “Siamo belli e avremo la fortuna degli audaci”.

Quando abbiamo partecipato a Experiment Days lo scorso anno pensavamo di riuscire a trovare altre famiglie interessate a portare avanti il progetto con il gruppo originario dei 4, ma in realtà in quell’occasione questo obiettivo è andato buco. Ci ha permesso però di crescere come gruppo e di capire che strada intraprendere, per creare materiale informativo e divulgativo sulla nostra esperienza ed arrivare a più persone. Experiment Days ci ha permesso di raccontarci e dunque chiarirci le idee e rendere ancora più forte il progetto che avevamo in mente fino a farlo diventare realtà.

Anche se ancora non viviamo tutti insieme pensiamo di avere intrapreso un percorso che ci ha portato alla conoscenza profonda dei nostri ideali dell’abitare, tema sul quale ci confrontiamo costantemente negli incontri che settimanalmente ci vedono riuniti.

La cosa più importante per chi sceglie di vivere in cohousing è senza dubbio unirsi ad un gruppo che sia mosso dagli stessi desideri e necessità, un gruppo con cui condividere una stessa idea che si fa progetto e successivamente realtà.

È indispensabile una carica di intraprendenza e coraggio. Chi, come noi, decide di intraprendere questo percorso dal basso (un gruppo che si costituisce e poi dà vita ad un progetto), non ha sicurezze in partenza e non può far altro che scommettere su di sé.

Utopia? No, e noi ne siamo la prova. Ci vogliono dedizione, passione, molto tempo e parecchie energie che vengono quotidianamente spese ma anche ripagate dai piccoli successi, dalle decisioni condivise e dalle risoluzioni degli inevitabili conflitti.

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È fondamentale scegliere un buon team di professionisti che siano sì esperti del loro lavoro, ma che abbiano anche la capacità di comprendere un progetto così complesso e ambizioso, nonché una buona dose di creatività e pazienza.

L'innovazione richiede spesso la capacità di cambiare prospettiva e di rimettere tutto in discussione per trovare compromessi che non abbiano il sapore della rinuncia e che tengnao sempre e comunque conto della strada già fatta.

Di fronte a tanta complessità ci si potrebbe chiedere… ma ne vale la pena? La risposta di Base Gaia e' OVVIAMENTE Sì!!!

La possibilità di concretizzare scelte diverse che sono la declinazione di un sistema di valori diverso è una enorme opportunità.

Nel nostro caso, condividere un percorso condiviso per un abitare collaborativo significa essere disposto a intrecciare vite, esperienze, storie, abitudini e interessi, perché questo diventi un motore di energia pulita e rinnovabile in tutti i sensi!

06/07/2015No Comments

@Scambiocasa: quando la casa diventa un’opportunità per viaggiare. #xdaysmi15

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“Il primo scambio è sempre un’emozione speciale e anche una preoccupazione grande per i mille dettagli da curare. Il nostro primo scambio è stato con una famiglia di Siena e di sicuro sarà indimenticabile. E’ la prima volta che vivi la città non da turista ma da visitante, la prima volta che invece di stare in una piccola camera d’albergo ti trovi in una casa ampia con personalità e tante possibilità, la prima volta che fai la spesa e cucini qualcosa nella tua nuova cucina e la prima volta che accetti e dai consigli e suggerimenti preziosi sul nuovo posto; questa prima volta non la puoi scordare.”

Così Alicia Jimenez, originaria della Spagna e residente a Torino, racconta il suo primo scambio effettuato grazie a Scambiocasa.com, il più ampio circuito nello scambio di casa e di ospitalità nel mondo.

Quando Ed Kushins fondò l’organizzazione (in inglese HomeExchange.com) nel 1992 in California, era convinto che lo scambio di casa fosse l’alternativa ideale alle formule classiche di soggiorno quali case in affitto, alberghi o villaggi turistici poiché tale formula permette, a costi ridotti, di viaggiare, da solo, in coppia, in famiglia o tra amici, al di fuori dei sentieri battuti dal turismo di massa.

Tutto quello che bisogna fare è iscriversi al portale e mettere a disposizione la propria abitazione iniziando a progettare la propria vacanza.

E così ha fatto Alicia qualche anno fa, diventando uno dei più di 63.000 soci di HomeExchange.com in 154 paesi del mondo.

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“Dopo il primo scambio c’è stato di tutto” racconta “scambi in Italia, paese meraviglioso ma un po’ caro per il turista, in Europa (Francia, Inghilterra, Irlanda, Danimarca, Olanda, Repubblica Ceca) e perfino in America (tre mesi in Canada in quattro case diverse più una settimana a Chicago). Scambi simultanei per la maggior parte perché questa è la nostra casa ma anche non simultanei (in questo momento ci devono uno in Grecia e un altro a Seattle e non vediamo l’ora di andarci). Brevi o lunghi. Con prime o seconde case. Ci sono state case piccole, grandi, vecchie, nuove, con il giardino o senza, in centro o in periferia, in città e in paesini. Con architetture e stili tanto diversi.” Già perché non è vero che si possono scambiare solo case grandi e belle, Scambiocasa.com offre una varietà unica di appartamenti e dimore, che riflettono la diversità delle persone che scelgono questo nuovo modo di organizzare le vacanze. Molto spesso un piccolo appartamento nel cuore di una grande città è molto ambito e può essere scambiato più facilmente, magari con una grande casa sulla spiaggia.

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“Del primo anno ricordo in particolare la deliziosa casetta tradizionale nell’isola di Valentia Island, in Irlanda, in un micro paesino bellissimo. Nel secondo anno abbiamo vissuto un mese a Montreal in pieno centro, nel bellissimo quartiere di Mont Royal con giardini e parchi dappertutto. Ci siamo sentiti abitanti di quella città per quel periodo. Ci sedevamo sui nostri gradini di casa la sera a veder passare la gente e abbiamo anche fatto amicizia con i simpaticissimi vicini cileni. Dell’anno scorso non posso non parlare dell’incredibile casa dell’Ottocento con un giardino gigantesco a Moordrecht, un paesino olandese vicino a Gouda. Quando eravamo sdraiati nel nostro giardino a guardare tutti i tipi d’imbarcazioni che passavano davanti a noi sul canale, abbiamo creduto di stare in un film. Quest’anno invece all’ultimo abbiamo deciso di andare a visitare un nuovo paese, la Repubblica Ceca e una gentile famiglia ha accettato la proposta al volo e ci ha lasciato la loro casa di Praga nei giorni che volevamo noi. Non è incredibile?”

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Bello, vero? Ma come allontanare preoccupazioni e timori legati al lasciare la propria casa a sconosciuti? Il motto condiviso dagli appassionati di Scambiocasa.com, e da tutti coloro che si affidano a ScambioCasa.com, è “Tu sei nella mia casa mentre io sono nella tua”, per cui è molto probabile che all’inizio le persone con cui si scambia la propria casa abbiano le stesse paure. L’essenza che sta alla base di Scambiocasa.com e dell’intero circuito di HomeExchange.com è il rispetto reciproco per uno scambio basato sulla fiducia tra le parti. Se poi si vuole partire tranquilli e sereni, basta qualche accorgimento come mettere da parte gli oggetti preziosi, in una stanza chiusa o in cassaforte. Ma pensiamola anche così, fare uno scambio permette di avere sempre qualcuno in casa, il modo migliore per dissuadere i ladri mentre si è in vacanza.

Tanti i vantaggi dello scambio casa, ce li racconta sempre Alicia “Risparmi soldi ma soprattutto conosci posti nuovi, posti nei quali non saresti mai andato e che si possono rivelare unici, e anche gente nuova, che a volte è molto chiacchierona e finisci per fare amicizia con loro, e altre sono più formali ma non mancano mai di darti informazioni e di offrirti il loro aiuto per qualsiasi cosa. Ti senti protetto, ti senti accompagnato.

Poi per i bambini non c’è modo migliore di viaggiare, loro arrivano a ogni casa nuova con un’illusione fuori dal comune e corrono a scoprire ogni angolo sentendosi subito come a casa loro. E’ un’avventura, qualcosa di magico.

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Non solo una vacanza ma anche un’occasione di crescita “Abbiamo imparato ad adattarci a tutti i tipi di letti, di bagni, di elettrodomestici, di condizioni. E adesso ci sentiamo più aperti, più dinamici, più ricchi in tutti i sensi.

Mi sento di raccomandare questo sistema a chiunque ami viaggiare. L’ho già fatto, alcuni amici e conoscenti si sono iscritti grazie alla mia testimonianza. Finché vivremo, continueremo a fare scambi. Questo è sicuro.”

Curiosi di saperne di più?

Scambiocasa vi aspetta a Experimentdays 2015!

16/06/2014No Comments

La casa nell’era della sharing economy

Vogliamo raccontarvi come si potrebbe vivere in una casa un po’ diversa, più socievole e collaborativa, ma in fondo non troppo lontana dalla nostra vita quotidiana. Immaginiamo di vivere da soli (come altri 7.7 milioni di Italiani) in città. Abitiamo in una casa piccola, ma che ci possiamo permettere. Nonostante sia piccola c’è comunque abbastanza spazio per vivere bene.

La lavatrice non ingombra più. E’ giù al piano interrato, dove tutti i condòmini possono usarla e chiacchierare mentre il bucato si lava. Nello stesso spazio ci sono gli attrezzi che usiamo raramente, ma che in casa prima o poi servono: il trapano, la scala, la vaporiera… Anche questi hanno liberato il loro spazio in casa. Vengono prenotati attraverso una piattaforma online che gestiamo con i nostri vicini di casa. Con lo stesso sistema prenotiamo online anche l’auto in condivisione che ha un suo box e che è diventata la prima auto di molti, e la seconda di quasi tutti.

Quando abbiamo voglia di invitare 15 persone a cena usiamo la sala condominiale con la cucina. Nella stessa sala, qualche volta, ci vediamo con i vicini per fare colazione la domenica, per un aperitivo o per guardarci una partita.

Uno degli appartamenti nel palazzo è di tutti e lo usiamo per gli ospiti che arrivano da lontano e che si fermano a dormire. Basta divani-letto e campeggi in salotto!

Nei giorni in cui rimane libero l’appartamento è affittato ai turisti per ricavare una piccola entrata che sostiene le spese comuni.

E quando abbiamo un problema che non riusciamo a risolvere c’è quasi sempre un vicino che sa fare qualche lavoretto  e che passa a casa ogni volta che serve. Anche noi più di una volta abbiamo sistemato il computer ad altri condòmini…

Internet lo compriamo in gruppo e in gruppo acquistiamo anche prodotti alimentari, coltivati e allevati in fattorie e cascine poco distanti. Risparmiamo un po’ e mangiamo meglio.

La casa è piccola, ma per noi è perfetta. Perché è tanto più grande dei muri che la  contengono. Si allarga a includere gli spazi che condividiamo, i saperi e gli oggetti che ci scambiamo, i prodotti che compriamo per tutti i vicini, il tempo che passiamo insieme. Collaboriamo per risparmiare, per facilitarci la vita, per stare bene insieme, per sentirci meno soli, per divertirci di più.

Questa è la casa nell’era dell’economia della condivisione.

Questa casa esiste già. Ma sono ancora troppo pochi gli esempi che vediamo in Italia e nel mondo per stare al passo con le “nuove famiglie” e i nuovi modi di lavorare.

Al tempo stesso però, se guardiamo la città di Milano ci accorgiamo di come stiano accadendo piccole trasformazioni diffuse che ci fanno pensare che proprio da qui può nascere un nuovo modo di abitare. Ogni giorno si possono provare nuovi servizi per l’abitare collaborativo: Vicini di casa, Materest, Reoose, Tabbid… sono tutte soluzioni che aiutano i vicini a stare bene uno vicino all’altro, a ricreare rapporti sociali basati sulla fiducia e sulla condivisione.

Milano è la città del bike sharing, del car sharing, delle social street, delle cooperative, dell’housing sociale e dei primi esperimenti di co-housing italiano.

Proprio per questo portiamo a Milano Experimentdays. Una fiera che da molti anni a Berlino e a Vienna promuove nuovi modi di vivere basati sulla collaborazione, la condivisione e il consumo consapevole.

La casa nell’era dell’economia condivisa non ha un’unica formula e un’unica ricetta, è un mondo vario che si compone in modi sempre diversi. La casa nell’era dell’economia condivisa va costruita insieme di volta in volta.

Sabato e domenica 11 e 12 Ottobre Experimentdays Milano coinvolgerà architetti, cooperative di abitanti, start-up, designer, fornitori di servizi, aziende, associazioni e abitanti per creare la rete dell’abitare collaborativo, per imparare dalle buone pratiche, per sperimentare assieme, per portare l’innovazione, così tanto desiderata, nel settore della casa.

Per dire che la casa non è solo spazi, muri e arredamento. Casa sono le persone e le relazioni che si creano e si alimentano ogni giorno.

Abbiamo bisogno anche di voi! Se pensate di voler vivere in una casa, in un condominio, in un quartiere e in una città più socievole e collaborativa vi aspettiamo a ExperimentDays Milano!

Se invece volete contribuire direttamente diventando espositori, contattateci: info(at)experimentdays-milano.it

 

www.experimentdays-milano.it

 

 

Pubblicato oggi, anche su COLLABORIAMO

25/03/2014No Comments

Fiera dell’abitare collaborativo – Milano

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Eccoci! prevista per Ottobre, Experimentdays Milano sta arrivando. Abbiamo bisogno di voi, del vostro interesse e del vostro aiuto. Fatevi avanti!

Qual è l’abitare del futuro? Come si fa a rispondere alle nuove esigenze di chi non vuole rinunciare alla vita urbana e desidera avere relazioni sociali e uno stile di vita più sostenibile? Una risposta possibile sono le abitazioni collaborative.

Le abitazioni collaborative sono partecipative e accessibili, innovative e inclusive. E’ la casa nell’era dell’economia collaborativa, dove agli spazi privati si uniscono luoghi e servizi per la condivisione, lo scambio e il consumo consapevole. C’è molta voglia di reinventarsi modi di vivere che possano essere conviviali e sociali. La casa è l’opportunità di innovare e ripensare la città. In casa proprio perché si è vicini, si possono condividere spazi, attività, tempo ed energia, ma come si fa?

EXPERIMENTDAYS dà l’opportunità di coinvolgere e portare nello stesso luogo tutto il mondo dell’abitare collaborativo, organizzato in quattro aree:

Co-abitare: la vita nella casa collaborativa.
Cosa potrai trovare: progetti esistenti, facilitatori, amministratori condominiali e gestori sociali, community manager e tutti gli strumenti per la gestione condominiale e collaborativa.

Co-progettare: il progetto condiviso.
Cosa potrai trovare: progetti in corso, architetti e professionisti, facilitatori, designer e community manager.

Co-costruire: la realizzazione.
Cosa potrai trovare: cooperative edilizie, imprese edili, professionisti, strumenti finanziari, istituti di credito e fondazioni.

Collaborare: i servizi per la condivisione e la sharing economy
Cosa potrai trovare: proposte di servizi per la collaborazione dedicati alla casa e all’abitare: il car sharing di condominio, la lavanderia condivisa, il gruppo di acquisto, la spesa sociale, coworking, ....

EXPERIMENTDAYS arriva in Italia dopo 10 anni a Berlino e in Germania in cui promuove nuovi stili di vita legati all’abitare consapevole. Dalla collaborazione pluriennale tra HousingLab e id22 nasce l’idea di portare qui quest’esperienza.

Vi interssa esporre? essere partner? diventare sponsor? volete collaborare con noi per l'organizzazione?
Aspettiamo di sentirvi!