Abbiamo parlato tante volte dei vantaggi di vivere in un’abitazione collaborativa: qualità delle relazioni, mutuo aiuto, risparmio energetico ed economico, in generale una migliore qualità della vita. Ma le ricadute positive vanno spesso oltre i confini della coabitazione: pensiamo, ad esempio, a quando la sala comune viene messa a disposizione per gli incontri delle associazioni della zona, o quando al suo interno vengono offerti servizi per tutti i cittadini come il doposcuola, la palestra o la biblioteca, a quando uno o più appartamenti vengono destinati a persone fragili che si integrano così nella comunità di abitanti, o quando il giardino, non più privato ma pubblico, diventa un luogo di socializzazione per tutto il vicinato. Le abitazioni collaborative assumono così un valore non solo per chi ci abita, ma anche per il quartiere e la città.
Alcune amministrazioni hanno colto prima di altre questo valore e negli anni hanno sperimentato pratiche per facilitare la nascita e lo sviluppo di questo modello abitativo.
Non è semplice però per gli abitanti tradurre i benefici che la coabitazione porta alla città in termini quantificabili e verificabili nel tempo; d’altra parte per gli aministratori, dati i rarissimi precedenti, non è altrettanto semplice predisporre strumenti legislativi, urbanistici e finanziari che favoriscano, anche economicamente, questo modello abitativo.
Proprio a partire dagli esempi che abbiamo in Italia, due anni fa, in occasione di Experimentdays Milano 2014, avevamo organizzato un convegno di studio per esplorare il valore pubblico dell’abitare collaborativo. Avevano portato le loro esperienze l’amministrazione di Vimercate, che con un bando pubblico ha alienato un terreno comunale a prezzi calmierati destinandolo al Cohousing La Corte dei Girasoli (di cui vi avevamo parlato qui) e l’amministrazione di Bologna, che ha ridotto gli oneri di urbanizzazione ai cohousers del progetto Mura San Carlo in cambio del loro impegno nel recupero di alcune aree dell’adiacente Parco della Pace. C'era stata poi una tavola rotonda con progettisti e amministratori per costruire un linguaggio comune attorno alle abitazioni collaborative, capire come valutare il loro interesse pubblico e come gestire e normare gli interventi. Infine nel pomeriggio, in collaborazione con il Master in Housing Sociale e Collaborativo, i diversi aspetti della questione (urbanistici, legali, finanziari, gestionali e pianificazione) erano stati affrontati in gruppi di lavoro.
A due anni da quel convegno, vogliamo fare insieme il punto della situazione con il seminario Perchè e come incentivare il cohousing nella pubblica amministrazione. Allargheremo la nostra visione oltre i confini italiani, ascoltando l’esperienza di Menno Vergunst, progettista e residente del cohousing Vrijburcht), un intervento edilizio incentivato dalla città di Amsterdam e progettato in un dialogo costante (almeno una volta al mese) tra amministratori e comunità di residenti. E poi avremo l’esperienza di Marco Guerzoni del Comune di Bologna, Tommaso Goisis del Comune di Milano ed Emanuele Bana, presidente della cooperativa Cohousing Base Gaia, di cui vi abbiamo spesso parlato e che proprio negli ultimi mesi si è trovata alle prese con la scrittura degli accordi con il Comune. Modererà l’incontro Gianni Dapri (esperto urbanista e architetto dello studio Oau Associati, con cui sta seguendo proprio il progetto Base Gaia)
Sarà un confronto interessante perché avremo attorno allo stesso tavolo il punto di vista delle amministrazioni, dei progettisti e dei cohousers, e proprio attraverso le diverse voci proveremo a mettere a fuoco non solo le buone pratiche applicate fino ad oggi, ma anche i principali nodi critici e i passi che ancora vanno fatti per rendere queste procedure sempre più snelle e diffuse.
Come partecipare?
L’incontro si svolgerà il 16 novembre dalle 11 alle 13 a BASE Milano e fa parte del programma di Sharitaly. Per partecipare basta acquistare il biglietto qui (chiedeteci il codice sconto di HousingLab!). Questo non sarà l’unico incontro dedicato all’abitare collaborativo: dalle 9 alle 11 ci sarà infatti la tavola rotonda Si può Fare! 5 storie di successo e visioni future dell’abitare collaborativo e nel pomeriggio due workshop per scoprire come contaminare i contesti abitativi con servizi innovativi, coinvolgendo le comunità di abitanti. Se siete interessati anche ad altri temi sull’economia della collaborazione date un’occhiata al programma delle due giornate di Sharitaly!