Il 07 Maggio parto per Rieti, una città che non ho mai visitato prima. Non ne so quasi nulla e mi incuriosisce molto. M’incuriosisce anche il percorso progettuale che propone RENA. Ci sono, in effetti, in questo percorso due appuntamenti al buio. Il primo con una città (con la sua fabbrica abbandonata e altre meraviglie che andremmo a scoprire). Il seconda con un gruppo di persone con i quali mi troverò a lavorare in modo intensivo nei prossimi giorni.
All’arrivo, venendo da Roma, incontro qualcuno del gruppo e cominciamo già a fare due chiacchiere. Pare, per ora, che il secondo appuntamento al buio con le persone, stia andando molto bene. Siamo tutti un po’ “ibridi”: Architetti, designer, urbanistici, project manager, che però sono anche altro. La formazione e l’esperienza non sempre coesistono e tutti hanno una passione per le persone, per i luoghi e per le relazioni. Dico che “per ora” va bene perché 10 giorni di lavoro sono una dura prova anche per le relazioni oramai consolidate! Ma siamo ottimisti!
L’appuntamento al buio con Rieti, è diverso. La strada da Roma apre un paesaggio meraviglioso e verde, un cielo limpido, l’aria bella. Promette bene. Promettono bene anche le mura della città e i palazzi vecchi. È Bella. In un appuntamento al buio, l’estetica è la prima a colpire. Arriviamo nella piazza principale che è sotto restauro (la città ha cura di sé?). Ci sistemiamo in albergo, nella piazza centrale. Un albergo fermo nel tempo: un lusso di altri tempi, una pesantezza di fermo. Sto pensando se questo può essere un po’ simbolico.
Nel pomeriggio continua la conoscenza con il gruppo di lavoro per poi, la sera, incontriamo le persone di Rieti che ci ospitano. Questa, è una parte molto strana dell’appuntamento. A questo punto, sembra un matrimonio combinato: sentiamo parlare di Rieti (e della ex-Snia Viscosa) da persone che la conoscono o la rappresentano. Riceviamo subito una serie di informazioni (dirette e non dirette) su questa città che non abbiamo ancora visitato.
Il primo vero incontro lo facciamo attraverso gli occhi e le parole di altri. Siamo tutti in ascolto, siamo tutti curiosi di conoscere migliore Rieti.
Stefano Paleari, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), ci chiede di pensare a Rieti, proprio perché non è un grande centro. L’Italia, dice, si distingue per la creatività diffusa, anche nei piccoli centri. Ci chiede di riflettere sui punti deboli e trasformali in punti di forza. Ci dice che si va lontanti solo se non si sa dove si va… ( e io non posso non pensare al dialogo famoso tra alice e il gatto.)
Alessandro Profumo, Presidente Monte dei Paschi di Siena ci, dice che dobbiamo conquistare la comunità. Che i cittadini devono accettare il progetto e solo così che diventa attrattivo. Ci ricorda che esiste una tendendenza, proprio dei giovani, di lasciare le grandi città e trovare la qualità della vita fuori, più vicini alla natura. Ci chiede di riflettere sul lavoro, quello che vuol dire oggi e quello che vorrà dire. Ci chiede la sostenibilità.
Il Sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, ci dice come la Snia viscosa è simbolo d’innovazione così come simbolo di blocco. È il moderno fermo (un po’ come l’albergo?!). Desidera per la sua città soluzioni concrete che possano creare ponti e aperture. Noi, lì a Rieti, per lui, siamo già il simbolo di apertura. Ci accoglie, con la sua giunta a braccia aperte.
E noi? Ora, senza ancora aver veramente conosciuto Rieti, senza aver parlato a quattro occhi, senza aver fatto una camminata mano per la mano, cosa ci aspettiamo? Che cosa pensiamo di portare noi a Rieti? Portiamo competenze, passioni ed esperienze, non ancora idee, non ancora strategie. In fondo, il bando nasce proprio per trovare un capitale umano.
Crediamo che la ex Snia Viscosa possa RIGENEREARSI. Pensiamo che possa diventare uno SPAZIO ABILITANTE dove le persone riescono a trasformare le proprie capacità in sviluppo. Uno spazio FLESSIBILE, che cambia con il tempo, che si adatta che non si blocca più. Auguriamo a Rieti di valorizzare tutte le ricchezze che già possiede. Ci immaginiamo giovani che rimangono qui o addirittura tornano. Abbiamo anche noi, molte attese, ancora prima di averla conosciuta.
Verso fine serata, l’Assessore alla cultura dice che la nostra presenza gli ricorda gli angeli nel film “gli angeli sopra Berlino”. Quelli che guardano per un po’ dall’alto e poi finiscono ad innamorarsi della vita. La serata finisce tardi e tutti noi andiamo a letto con la testa (e la pancia) piena. Il giorno dopo è previsto il nostro primo momento intimo con Rieti e la Snia Viscosa.
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