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La Residenza è un mondo a parte. Giorni che non hanno ore, non hanno tempo. Sembra che il mondo si concentri qui a Rieti attorno a noi. Ogni tanto qualcuno ricorda delle notizie che arrivano da fuori, ma queste non urtano molto il nostro piccolo mondo. I giorni passano velocemente e il cervello è soprattutto occupato dai pensieri legati a qui, ora e qualche visione futura. Difficile tenera traccia dei giorno della settimana e dunque io rinuncio al diario giornaliero e provo a scrivere tirando fuori pezzi di qui e pezzi di là per dare il senso della nostra permanenza qui.

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Una mattina, abbiamo incontrato la baby-giunta e i ragazzi di una scuola. Devo dire che incontrare loro, oltre a tutte le persone che sono arrivate in questi giorni, è stato divertente e anche importante. Prima di tutto, i ragazzi sembravano orgogliosi e convinti. Erano lì perché hanno lavorato a un progetto per L’ex Snia Viscosa e ci tenevano a portare la loro voce. Il loro progetto è stato presentato con serietà. Nonostante la sensazione che i temi fossero molto legati alla loro scuola (molte poche idee ludiche), ci hanno parlato della voglia di avere un futuro qui, a Rieti. S’immaginavano un’università d’eccellenza, dei laboratori e, in generale, percorsi di crescita. Noi li abbiamo chiesti cosa Li piaceva di Rieti e cosa avrebbero fatto se avessero la bacchetta magica. Le risposte erano varie ma alcune più evidenti di altre. Per esempio la tranquillità e il verde sono ragioni per cui amano la città. Sembra poco ma in fase di progettazione lo abbiamo ricordato molte volte: Rieti non deve trasformarsi in un luogo frenetico e veloce: la sua forza è proprio nel calmo, nel bello e tranquillo.

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La bacchetta magica ha prodotto risposte più varie: sullo stato di degrado e sicurezza dei palazzi o delle strade, altre sugli spazi verdi e per il gioco. Ho due risposte preferite: la piscina gigante che contiene tutta Rieti e la casa per i barboni. La piscina gigante sembra quasi nostalgica al passato in cui la zona è stata allagata. La seconda è semplicemente tenera e sensibile, elementi non scontati per niente a questa età.

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Nei giorni che seguono, sempre sul tema scuola, abbiamo incontrato docenti e due presidi di scuole professionali di Rieti: l’istituto agrario e l’istituto alberghiero. Gli incontri ci hanno colpito molto: è vero che le scuole professionale hanno alla basa l’unione tra studio e lavoro, ma le storie che abbiamo sentito qui sono storie speciali. Ecco che, l’istituto agrario ha appena avuto un fondo per la costruzione della propria cantina. Producono già altri prodotti alimentari nella loro azienda agricola che vengono venduti nei negozi e ai ristoranti. Hanno le loro etichette e comunicazione spiegando il progetto. Nell’azienda agricola hanno stabilito una collaborazione con il carcere e portano avanti iniziativa dentro e fuori al carcere. Veri esempi di sviluppo sociale sostenibile. L’istituto Alberghiero, storico e conosciuto sul territorio è un’eccellenza locale. I diplomati sono assunti e lavorano nei ristoranti di Rieti. La connessione con la città, le aziende locali e i prodotti di qualità è molto forte. La serietà, ma anche la passione delle persone che sono venuti a condividere le informazioni con noi mi fa pensare che gli studenti che escono da una scuola così, non sono limitati al mestiere che hanno imparato. Lo studio professionale, se fatto bene, forma persone che sanno gestire il lavoro, i contatti, le persone. Persone responsabili, che hanno fatto esperienze all’estero, che sanno gestire la complessità del proprio lavoro. È evidente che sono tutte capacità utili per la vita. Sarà la scuola professionale il futuro?

Nella nostra strategia per Rieti, stiamo mettendo molta enfasi sulle generazioni future, sulle loro formazione e le loro opportunità qui. Crediamo sia essenziale avviare nuove imprese e startup dal basso. Non separare più la formazione dalla pratica. Dare avvio senza troppa pianificazione a azioni concrete e immediate. Ci piacerebbe dare la possibilità alle persone, non solo di esprimere le loro necessità, ma anche esporre le loro capacità di portare cambiamento.